Condire o non condire? Come scegliere il condimento giusto
È importante scegliere il condimento giusto, altrimenti non avrebbe senso cucinare bene e sano.
L’olio extra vergine di oliva è ricco di grassi insaturi (circa 80%), quelli “buoni” che combattono gli effetti ossidanti dei radicali liberi e abbassano il livello di colesterolo cattivo (LDL) innalzando quello buono (HDL).
Tanto per capirci: quello di arachidi ne contiene solo il 55% mentre quelli di girasole, soia e mais contengono circa il 60% di polinsaturi. Olio di cocco, palma e burro contengono una media dell’85% di grassi… saturi!! Gli insaturi sono pressochè assenti…
Perché l’olio extra vergine di oliva è condimento giusto
Vera miniera di composti fitochimici di grande interesse, l’olio extravergine di oliva è utilissimo per proteggere cuore e arterie oltre che rallentare l’invecchiamento cellulare. Ma anche dal punto di vista del gusto, l’extra vergine di oliva è una garanzia. L’olio extra vergine di oliva è il grasso vegetale migliore che ci sia. Provate il nostro Angimbe “Natures” olive sane, raccolte a mano e molite in giornata a freddo. L’esperienza migliore che potreste desiderare.
Da dove deriva la parola olio?
L’etimo dei vocaboli “Olio” e “olivo” affonda le sue radici nel semantico ulu, più tardi trasformatosi nell’elaiwa dei cretesi e nell’elaia (olivo) ed elaion (olio) dei greci. Infine, nell’oliva o olea e nell’oleum dei romani, parola, quest’ultima, che da’ origine al nome “olio” in quasi tutte le lingue europee ad eccezione dello spagnolo, nel quale il termine che lo indica, aceite, deriva dall’ebraico zait.
Lo scrittore greco Dioscoride (40-90 d.c.), autore di uno dei trattati medici più celebri dell’età classica, chiama l’olivo selvatico zebbuj, da cui derivano il berbero azzemur e lo spagnolo acebuche.